MILANO - «Non c'è nessuno stop, il calendario è rispettato». La frase, il presidente lombardo Roberto Maroni, la pronuncia alla fine di una giornata ad alta tensione al Pirellone. Protagonista è il «Libro bianco sullo sviluppo del sistema socio-sanitario». È sul percorso delle linee guida per il ridisegno della sanità lombarda che si è consumata la «resa dei conti» tra governatore e una parte della maggioranza: Forza Italia e Ncd, per una volta tornati a braccetto. La richiesta dei «suoi» consiglieri: maggiore condivisione. E non solo sulla proposta di fusione degli assessorati alla Salute e alla Famiglia, ma su molte delle prossime partite, dalle nomine alla legge sul consumo di suolo. «Abbiamo chiesto a Maroni che le scelte per il futuro siano frutto di una maggiore condivisione», sintetizza la coordinatrice azzurra, Mariastella Gelmini. «Forza Italia vuole essere protagonista nei processi decisionali. Sembrava che la tendenza fosse quella di metterci di fronte al fatto compiuto. Per evitare fraintendimenti prosegue abbiamo proposto un tavolo politico per rideterminare il modo di procedere nelle scelte». I malumori, già emersi nel vertice di maggioranza di lunedì disertato da Maroni riprendono forza ieri. E finiscono per ripercuotersi anche sulla riunione di giunta. Alla fine, nessuno ok sul «Libro Bianco». Anzi, si corre ai ripari con un vertice di maggioranza d'urgenza. La protesta infatti monta e il timore è di ripercussioni sui lavori del consiglio. In particolare su quella mozione, targata Lega Nord, sulla famiglia naturale. Un'ora e mezza di confronto serrato tra governatore e capigruppo ritarda la ripresa dei lavori d'aula, ma porta alla tregua. «Abbiamo chiarito tutto assicura alla fine Maroni , si è trattato di una serie di equivoci. Ho confermato che venerdì faremo l'incontro con le parti sociali e da qui a giovedì sera i capigruppo potranno fornirmi valutazioni sul testo. Ho parlato anche con
Il Corriere della Sera